Per la prima volta una sonda atterra su una cometa: è festa

Ore 17,03: arriva il primo segnale sulla Terra, presso il Centro di Controllo dell’ESA in Germania, ed è subito festa. Per la prima volta una sonda interplanetaria riesce ad atterrare sul nucleo di una cometa, permettendo quindi un studio più dettagliato delle caratteristiche, ancora piuttosto misteriose, di questi corpi celesti.

Arriva il segnale

Il segnale arriva da 511 milioni di chilometri, impiegando 28 minuti e 34 secondi per raggiungere gli elaboratori dell’ESA. La sonda era atterrata alle ore 16,35 (CET). Grande entusiasmo da parte dell’equipe dell’ESA, e per molti scienziati europei presenti al centro spaziale, che è a sua volta guidato da un italiano, Paolo Ferri.

Rosetta e la missione da 500 milioni di KM

La cometa, chiamata 67 P/ Churjumov-Gerasimenko, in cui è sbarcata la sonda è stata accuratamente selezionata negli anni scorsi. Tramite i campioni che preleverà la sonda Rosetta, oltre allo studio della cometa stessa, c’è la speranza di trovare elementi che portino alla possibilità di vita.

L’avvicinamento alla cometa

Rosetta si trovava nei paraggi della cometa già dallo scorso agosto, ma si era limitata solo a fotografarla e studiarla da lontano, e lo farà ancora per tutto il 2015. Oggi ha affidato al piccolo “Philae” il compito più difficile: avvicinarsi abbastanza e tentante un pericoloso atterraggio sulla cometa, prevalentemente formata da ghiaccio, che saetta nel sistema solare e ruota a sua volta su se stessa.

Mattoni della vita

«Durante queste fase e a questa distanza – spiega Bruno Gardini – la cometa non è ancora attiva. In pratica, non ha ancora la coda luminosa che contraddistingue le comete. Il nucleo è praticamente una palla di neve molto fredda ricoperta di terriccio, per cui è possibile atterrare con maggiore sicurezza. Scientificamente é poi molto importante che le analisi vengano fatte su materiale non ancora modificato dalla luce solare. Per questo motivo e stato necessario dotare il modulo di atterraggio di una trivella per prelevare campioni ad alcuni centimetri sotto la superficie. I campioni sono poi analizzati in loco e i dati trasmessi a terra».

La trivellazione

La trivella che perforerà il ghiaccio cometario è stata costruita a Milano dalla Selex ES, il cui progetto è stato affidato alla professoressa Amalia Ercoli Finzi, del Politecnico di Milano: «E’ un progetto nato nel 1997 – dice Piergiovanni Magnani, responsabile della trivella per Finmeccanica-Selex ES – assieme all’idea di una sonda destinata ad una cometa. La grande sfida tecnologica è stata di realizzare, in soli tre anni, un sistema di trivellazione che dovrà operare su un nucleo cometario, a meno 160 gradi centigradi, in ambiente ostile e sconosciuto. La punta della trivella potrà perforare il suolo fino a 25 centimetri di profondità».

Pubblicato da Phøenix`

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