La paura del calabrone killer arriva in Europa

La vespa Velutina e il calabrone killer di yak generano psicosi anche in Europa

Le voci che corrono sul calabrone killer cinese sembrano partorite da una leggenda metropolitana di infima qualità. Questo insetto balzò alla cronaca un anno fa, quando alcuni esemplari furono trovati in Italia, nell’area di Savona: in realtà, gli imenotteri in questione non erano vespe Mandarinie (questo il nome scientifico del calabrone killer), bensì Velutine. Sconosciute alla maggior parte degli entomologi italiani, le vespe Velutine rappresentano da quasi un decennio una calamità per le popolazioni di api mellifere della vicina Francia.

Le vespe Velutine condividono con il calabrone killer lo stesso areale di provenienza. Le due specie sono infatti diffuse nel Sud Est asiatico ed hanno abitudini predatorie non dissimili. La sussistenza dell’alveare si fonda infatti su un ciclo continuo di nascita e morte: la regina, l’unica in gradi di accoppiarsi e deporre le uova, dà vita a intere generazioni di larve che, prima di trasformarsi in insetti adulti, necessitano di un apporto costante di proteine di origine animale. L’implacabile appetito delle larve spinge gli adulti a sciamare a distanze sempre maggiori alla ricerca di potenziali prede da immobilizzare, uccidere e smembrare con le potenti mandibole.

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Dimensioni ragguardevoli, indole aggressiva e interazionismo sociale tra gli individui della stessa colonia (il calabrone killer è infatti in grado di sciamare in massa contro il nemico designato, seguendo l’odore di particoli composti presenti nella tossina inoculata dalla prima puntura) rendono questi insetti un vero e proprio pericolo per animali e persone. In Oriente, il calabrone killer è anche conosciuto con l’appellativo di “vespa assassina di yak”, a testimonianza che questo imenottero è in grado di infliggere punture potenzialmente letali anche ad animali di dimensioni simili a bisonti. Ogni anno sempre più persone affollano gli ospedali di Cina, India, Giappone, Sri Lanka, Nepal e l’estate del 2013 si è chiusa con un triste record per la regione cinese dello Shanxi: ben 28 persone sono risultate decedute per le complicazioni derivanti dalla puntura del calabrone killer.

Per ora, il killer di yak sembra confinato nel suo areale di origine, ma i recenti cambiamenti climatici dovuti al surriscaldamento globale potrebbero modificare sostanzialmente le abitudini migratorie della specie ed introdurla anche in Europa.