Siamo a Fruita, in Colorado, nel 10 settembre 1945. Lloyd Olsen, un’allevatore di quella zona, decise in quel giorno di tagliare la testa ad un gallo giovane e robusto, ma non si aspettò per nulla al mondo che il gallo potessesopravvivvere: infatti l’accetta non aveva colpito la giugulare e aveva lasciato intatto gran parte del tronco encefalico, che permise la sopravvivenza e addirittura la crescita del gallo, che venne chiamato “Mike“.
Da molti ritenuta una bufala, la storia avrebbe avuto conferma dallo stesso proprietario di Mike, che lo portò all’Università dello Utah a Salt Lake City per verifiche. La stessa università, però, ha dichiarato di non avere alcun documento in proposito.
Il volatile divenne subito una celebrità, e Lloyd si arricchì notevolmente grazie alla tourneè nella quale chiedeva 25 centesimi di dollaro per ammirare colui che tutti ormai conoscevano come “Mike, lo straordinario gallo senza testa“. Durante le esibizioni veniva mostrata anche una testa, che però non era la sua: quella originale, affermò Lloyd, fu mangiata dal gatto di famiglia.
Ma ciò che è più sorprendente è il fatto che il gallo sopravvisse per 18 mesi, ed ingrassò ben di 3 kg: il gallo veniva nutrito con latte allungato con acqua tramite un contagocce, e con piccoli chicchi di grano.
Mike morì soffocato ad Arizona, il giorno dopo la fine di uno spettacolo, a causa della sbadataggine del proprietario, che si era dimenticato gli utensili per nutrirlo e pulirlo.
Il successo di Mike spinse molti allevatori a tentare di creare un Mike simile, ma nessuno di quei poveri animali riuscì a sopravvivere per più di due giorni.
Il gallo è diventato un cult, specialmente a Fruita, in Colorado dove ogni anno dal 1999 viene ricordato con “La giornata di Mike, il gallo senza testa”.
